La Storia
Un ambiente unico ricco di Storia
Nella storia dell'industria cartaria grande rilievo ebbe la realizzazione, nel 1798, della "macchina continua", ideata da Louis-Nicolas Robert, dipendente della cartiera di proprietà degli stampatori parigini Didot-Sant-Léger di cui Carlo Lefebvre, socio in affari, finanziò la progettazione.
Con la "macchina continua" o "sans-fin" si realizzò il passaggio dalla produzione artigianale della carta (foglio per foglio) a quella industriale, fatto questo che aprì la strada alla grande diffusione del libro, della stampa periodica e dei giornali, eventi questi determinati dallo sviluppo delle grandi Rivoluzioni ottocentesche.
Nelle nostre zone, come ricorda Anna Dell'Orefice, il Lefebvre ne installò, nel 1833, il primo esemplare a Carnello.
L'installazione di tale macchina prevedeva forti investimenti economici al punto che, fin dal 1826, l'industriale aveva chiesto al Governo borbonico l'esclusiva di importazione della macchina e l'esenzione dal pagamento dei diritti doganali anche per i cilindri e gli accessori occorrenti e realizzati in ferro, rame, piombo e legno.
Lo stesso Carlo Lefebvre, circa sei anni dopo (1839), inserì una seconda macchina continua in Isola del Liri nella cartiera del Fibreno.
L'ex Cartiera del Fibreno, fondata nel 1812 da Carlo Antonio Betanger, utilizzò i locali del convento dei Carmelitani ed una annessa chiesa sconsacrata titolata a Santa Maria delle Forme. La fabbrica successivamente fu acquistata nel 1822 da Carlo Lefebvre al quale poi succederanno nel 1858 il figlio Ernesto e, quindi, il nipote Francesco nel 1888.
Quest'ultimo, nel 1892, cedette in affitto la Cartiera del Fibreno, che ormai si estendeva su un'area di 23.000 mq, dapprima a Gabriele De Caria e quindi alla Società delle Cartiere Meridionali che poi l'acquistò nel 1907.
Per i cultori della materia e appassionati di storia locale, la cartiera conserva tuttora il fascino ottocentesco del primitivo sito industriale, tramite un sapiente restauro legato al nuovo riutilizzo finalizzato al relax e alla ristorazione.
La conservazione quasi fortuita di antichi reparti e macchinari, lasciati proprio dove furono primitivamente collocati, consente di rivivere gli ambienti di una cartiera agli albori della rivoluzione industriale in Alta Terra di Lavoro; lungo le sponde dei fiumi Liri e Fibreno ad opera della borghesia imprenditoriale del Nord Europa e Francese in particolare, scesa in Italia al seguito delle truppe Napoleoniche.
La porzione di territorio della cittadina di Isola del Liri ove sorsero questi nuovi opifici e dove i proprietari edificarono le loro lussuose dimore, circondate da fontane e alberi rigogliosi di alto fusto, nonchè della naturale bellezza dei luoghi, fu chiamata la Piccola Parigi, per l'enorme fascino e stupore suscitato ai visitatori di allora: regnanti, nobili, scrittori, artisti e poeti di tutto il mondo per l'atmosfera che in quei luoghi di viveva.
Bruno Ceroli
Un ambiente unico ricco di Storia
Nella storia dell'industria cartaria grande rilievo ebbe la realizzazione, nel 1798, della "macchina continua", ideata da Louis-Nicolas Robert, dipendente della cartiera di proprietà degli stampatori parigini Didot-Sant-Léger di cui Carlo Lefebvre, socio in affari, finanziò la progettazione.
Con la "macchina continua" o "sans-fin" si realizzò il passaggio dalla produzione artigianale della carta (foglio per foglio) a quella industriale, fatto questo che aprì la strada alla grande diffusione del libro, della stampa periodica e dei giornali, eventi questi determinati dallo sviluppo delle grandi Rivoluzioni ottocentesche.
Nelle nostre zone, come ricorda Anna Dell'Orefice, il Lefebvre ne installò, nel 1833, il primo esemplare a Carnello.
L'installazione di tale macchina prevedeva forti investimenti economici al punto che, fin dal 1826, l'industriale aveva chiesto al Governo borbonico l'esclusiva di importazione della macchina e l'esenzione dal pagamento dei diritti doganali anche per i cilindri e gli accessori occorrenti e realizzati in ferro, rame, piombo e legno.
Lo stesso Carlo Lefebvre, circa sei anni dopo (1839), inserì una seconda macchina continua in Isola del Liri nella cartiera del Fibreno.
L'ex Cartiera del Fibreno, fondata nel 1812 da Carlo Antonio Betanger, utilizzò i locali del convento dei Carmelitani ed una annessa chiesa sconsacrata titolata a Santa Maria delle Forme. La fabbrica successivamente fu acquistata nel 1822 da Carlo Lefebvre al quale poi succederanno nel 1858 il figlio Ernesto e, quindi, il nipote Francesco nel 1888.
Quest'ultimo, nel 1892, cedette in affitto la Cartiera del Fibreno, che ormai si estendeva su un'area di 23.000 mq, dapprima a Gabriele De Caria e quindi alla Società delle Cartiere Meridionali che poi l'acquistò nel 1907.
Per i cultori della materia e appassionati di storia locale, la cartiera conserva tuttora il fascino ottocentesco del primitivo sito industriale, tramite un sapiente restauro legato al nuovo riutilizzo finalizzato al relax e alla ristorazione.
La conservazione quasi fortuita di antichi reparti e macchinari, lasciati proprio dove furono primitivamente collocati, consente di rivivere gli ambienti di una cartiera agli albori della rivoluzione industriale in Alta Terra di Lavoro; lungo le sponde dei fiumi Liri e Fibreno ad opera della borghesia imprenditoriale del Nord Europa e Francese in particolare, scesa in Italia al seguito delle truppe Napoleoniche.
La porzione di territorio della cittadina di Isola del Liri ove sorsero questi nuovi opifici e dove i proprietari edificarono le loro lussuose dimore, circondate da fontane e alberi rigogliosi di alto fusto, nonchè della naturale bellezza dei luoghi, fu chiamata la Piccola Parigi, per l'enorme fascino e stupore suscitato ai visitatori di allora: regnanti, nobili, scrittori, artisti e poeti di tutto il mondo per l'atmosfera che in quei luoghi di viveva.
Bruno Ceroli